Siamo tutti figli di Pizzolato
Tutte le cose hanno un inizio, tutte, anche il movimento podistico italiano legato alle gare di fondo su strada… Pensando all’incredibile numero di podisti amatoriali, che attualmente popolano le nostre strade, ci siamo chiesti per così dire la data di nascita del movimento nel suo complesso. Certamente, le gare “di fondo” esistevano da tempo, ma erano “in fondo” relegate ai margini dell’attività su pista, perché “in fondo” la vera Atletica si svolge su pista, gare “di fondo” comprese, si pensi ai 10.000 metri. Non a caso, alle Olimpiadi, l’unica gara di corsa su strada riconosciuta era ed è la maratona. Quindi, gli appassionati di podismo avevano due scelte: o iscriversi in una squadra podistica “collegata” ad uno stadio (il che specialmente al sud è chimerico il solo pensarlo), oppure praticare la corsa su strada in proprio (col rischio di essere beffeggiato dai passanti). Ed ecco perché, per non essere troppo prolissi e per non rinvangare troppo nostalgicamente il passato, i risultati cronometrici degli italiani sulla maratona erano quasi sempre deludenti (con l’unica eccezione dell’avellinese Beppe Cindolo, 2h e 11’); ed ecco anche perché gli appassionati amatori iscritti risultavano essere di numero contenuto, per non dire sparuto. Però, avvenne qualcosa, l’inizio di cui si parlava. Questo qualcosa ha un nome e un cognome: Orlando Pizzolato.
Quando ormai tutti si era un po’ rassegnati a seguire le bellissime imprese di Cova, Antibo, Mei, Mennea, eccetera, tutte rigorosamente su pista, e a quelle meno fulgide di Zarcone, Arena, Magnani, eccetera, che si dibattevano su strada, accadde un fatto sconvolgente. Nella Maratona di New York, nel 1984, la più rinomata maratona del mondo, trionfa un italiano: Orlando Pizzolato!!! Fu, per gli italiani tutti, sportivi e non, uno shock, salutare senz’altro, ma shock! Qualcuno pensò ad un caso fortunato, all’impresa di un giorno particolare. Ma nell’anno successivo, 1985, la “stessa” maratona di New York registrò lo “stesso” vincitore: Orlando Pizzolato!!! Allora, non si trattava di un caso… In quei mesi di frenetico stupore, sorse il mondo podistico amatoriale delle corse su strada.
A partire da quelle due clamorose vittorie, nacquero tantissime nuove squadre podistiche, anzi, nel vero senso del termine, si moltiplicarono: esse dovevano raccogliere l’impulso che aveva generato Pizzolato, quello di riscoprire il genuino senso di riappropriazione del proprio corpo nella pratica dell’esercizio fisico più antico e nobile della corsa a piedi. Non importava tanto avere una pista su cui corrervi, quanto avere una superficie su ci farlo, foss’anche la semplice strada sottocasa o il sentiero di campagna! Le gare che si organizzarono andarono a popolare le domeniche dei podisti praticanti i quali, sotto l’esempio di altri grandi campioni che cominciarono ad emulare e a confrontarsi con Pizzolato (Poli, Bettiol, Leone, tanto per fare qualche nome), cominciarono ad essere veramente degli atleti, con tanto di programmazione da effettuare, per tutti i tipi di gare su strada, maratona ovviamente compresa. Così subito attecchì, e si diffuse, il senso di amore e di appartenenza ai propri territori (le stracittadine), nonché la percezione del benessere psicofisico che lo sport dona a chi lo pratica con costanza e con passione.
Oggi, non si contano più i praticanti, affiliati alla Fidal oppure ai vari Eps presenti nell’ambito del CONI e della promozione e diffusione dell’Atletica Leggera. Sono nate anche delle figure, moderne e forse indispensabili al movimento, quali gli organizzatori di gare, veri esperti del settore (basti pensare che una qualsiasi gara conta almeno qualche migliaio di partecipanti), e sponsor, utili per finanziare le competizioni le quali cresciute in modo esponenziale non possono, e forse non devono, fare a meno dei loro contributi. Ma questo, se vogliamo, è un’altra storia.