Paolo Imperato: la mia… prima volta
In effetti, pur essendo un podista dell’ultima ora, corricchiavo in maniera del tutto disordinata da circa 10 anni. Ovviamente, non con la continuità che occorreva, ma semplicemente rincorrevo il falso mito che se avessi corso sarei dimagrito e quindi via tutti i luoghi comuni: corsa col k-way ad orari assurdi, per esempio alle ore 15; risultati, ovviamente, zero; conseguenti delusioni e, quindi, rinunce; successivi ripensamenti, grazie alle insistenze dell’ultimo amico, che aveva bisogno di compagnia.
Poi, un giorno, stanco degli appuntamenti a vuoto degli amici e dei risultati scadenti, circa 18 mesi fa, cominciai ad andare su di una strada frequentata da podisti “veri”, veri nel senso che avevano un background di gare, di allenamenti e di una storica società podistica a me sconosciuta. Si aperse all’improvviso un mondo nuovo: “le corse”. Tutto questo mi prese pian piano la mano, costringendomi ad alzatacce mai nemmeno sognate e la meraviglia più grande era che mi piaceva, era che mi faceva sentire protagonista del mio essere neopodista. Ma…, c’è sempre un “ma”…; non volevo assolutamente partecipare alle gare. Senza sapere in realtà il vero motivo, mi rifiutavo categoricamente solo all’idea di partecipare alla competizione e mi esibivo nelle scuse più fantasiose. Fino a quando non mi feci convincere ad andare a Boscotrecase, solo per provare cosa significasse partecipare ad una competizione.
Tutti gli amici della “strada” furono prodighi di consigli, in particolare il nostro decano, il mitico Peppe Volpe, che nell’occasione mi omaggiò di una canotta della società Erco-Sport. Fu così che mi ritrovai in un ambiente che non avevo mai immaginato, dove tutte le persone, di tutte le età, si divertivano e scherzavano; un ambiente goliardico nel quale mi trovai a meraviglia. Da quel giorno, non ne ho più saltata una, di gare. Pur partecipando unicamente alla gara del mese della società, ora aspetto con ansia la data, come un bambino per la gita fuori porta.