Emozione o preoccupazione, comunque adrenalina
Nella vita s’impara sempre, in tutti i campi, anche nel podismo, anche da chi meno te lo aspetti, anche da chi è nuovo nel settore e ti pone una domanda che ti porta a una riflessione, a dare un nome a una diffusa sensazione che prima potresti non aver collocato nei giusti contorni.
E’ il caso di un nuovo amico podista che mi ha chiesto se ancora sento, dopo quasi quanrant’anni di attività, alla vigilia di una gara, quella stessa emozione caratteristica dei primi tempi. Alla mia risposta che non è più emozione, bensì preoccupazione, ho sentito subito il bisogno di precisare che si tratta comunque sempre di adrenalina. Già, cos’è l’adrenalina? E come si manifesta al podista nei suoi anni? Sempre allo stesso modo? O c’è un limite, una condizione, una particolare forma di espressione?
Tutti i podisti conoscono l’adrenalina, è quasi inutile farne un accenno. E’ quella cosa (ormone) che si attiva nel nostro corpo e nella nostra mente nell’immediatezza di una gara, che può essere sia nel sostare per qualche (interminabile) minuto sotto il pallone della partenza, oppure (e più gravemente) nel non riuscire a dormine durante la notte che precede l’impegno agonistico. Stranamente, nel primo caso si riceve una forza insospettata, nel secondo invece si perdono notevoli energie per il mancato riposo notturno. E questo è indubbiamente il quadro che si delinea per un podista più o meno giovane o che sia nuovo dell’ambiente. L’adrenalina, da un lato da’, da un altro prende… Agisce cioè nella sua funzione principale che è quella di stimolare al massimo la percezione dell’avvenimento. Ma poi, col tempo, ovverosia con gli anni, si dorme di più la notte e si beneficia meno al mattino seguente dell’eccitazione agonistica alla partenza. L’adrenalina c’è sempre, ma si è un po’ affievolita. Anzi, via via tende a scomparire del tutto. Non è come si potrebbe pensare, semplice esperienza, che tutto sempre racchiuder e comprende, in una forma di acquiescenza simile all’abitudine. No, è che subentrano gli acciacchi, i quali distolgono attenzione della psiche, per così dire la tengono occupata. In questo modo, la notte si cerca di dormire per calmierare il più possibile i problemi, o problemini, fisici; mentre alla partenza della gara, ci si preoccupa soprattutto di non disperdere subito le forze con un avvio di gara diciamo coraggioso, per non dire scriteriato. Sto cercando di dire che, col tempo, l’adrenalina si trasforma, diventa più matura, cerca di essere più utile al servizio del corpo in cui alberga…
C’è poco da fare, il podismo ci riempie sempre la vita, in tutto quello che facciamo e che siamo. A volte cambia la forma, ma non cambia mai la sostanza.