La “reazione al segnale” nella partenza delle gare di velocità

Ci colpisce su Face Book una foto del prof. Carlo Vittori che osserva Pietro Mennea in allenamento. Vittori guarda i piedi di Mennea, che intanto è scattato con l’esercitazione. Vittori gli guarda i piedi… Sicuramente, si tratta di una “reazione al segnale”, tipico argomento molto importante che ogni sprinter deve curare, e quindi allenare. La particolarità che colpisce la nostra attenzione, dipende dalla realtà comune a tanti podisti di “farsi osservare” nei gesti atletici, cioè di farsi letteralmente controllare,  in gara o in allenamento. Ecco perché molti podisti “gradiscono” quando un loro collega li osserva dall’esterno e gli riferisce sul gesto praticato. Meglio ancora se l’amico è il suo allenatore…

La tecnica della corsa veloce per le gare di sprint risponde a 4 punti fondamentali:

  • Reazione al segnale
  • Accelerazione
  • Raggiungimento della velocità massimale
  • Mantenimento della velocità massimale

Soffermiamoci sul punto 1…, Vittori sta guardando i piedi di Mennea…

Nel posizionare i blocchi, bisogna privilegiare quello posteriore, perché il piede ove cui alloggerà è quello deputato alla spinta elastica e reattiva.

I fermapiedi dovranno mantenere una bassa inclinazione, per una questione di equilibrio, che è fondamentale in tutte le partenze, ma che soprattutto per quelle di velocità pura è assolutamente necessario, se non indispensabile. Sono i momenti in cui si sente il giudice dire “ai vostri posti…”

La fase successiva nella partenza di una gara di velocità è quella del sollevamento del bacino, appena l’atleta sente dal giudice pronunciare il canonico “pronti…”. In questo istante si schiacciano i talloni verso il basso, quello anteriore di circa 90° e quello posteriore di circa 130°. Appena parte lo sparo dello starter, bisogna fare attenzione alla fase di spinta dell’arto posteriore perché indurrà e faciliterà la rapida estensione dell’arto libero nella predisposizione rapida dell’appoggio.

Tutto si svolgerà in pochi attimi, ma dovrà essere tutto svolto alla perfezione. Come si ottiene questo risultato? Come si ottiene la perfezione?, cioè l’ottenimento massimale del gesto? Solo mediante tenace e costante applicazione. Solo mediante tenace e costante applicazione, sia dell’atleta che del suo allenatore, su ogni piccolo particolare.

 

 

 

 

 

 

 

 

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