Podismo e calcetto, binomio imperfetto

Se qualcuno dovesse chiedermi, e ogni tanto succede, se si possono praticare contemporaneamente podismo e calcetto, direi subito di no. Troppo lineare e schematico il gesto del podismo, mentre quello del calcetto è un caleidoscopico di situazioni. Troppo individuale, checché se ne dica, il podismo, mentre quello del calcetto, pur auspicando qualche spiccata individualità, trova nel confronto a squadra la sua essenza principale. Allora basta, discorso chiuso? Ma no…, lasciamo sempre uno spiraglio alla possibilità, alla novità, agli ultimi ritrovati, anche scientifici, in grado di farci cambiare, o modificare, l’opinione. Non si sa mai…, forse non siamo infallibili.

Ma perché siamo così scettici?

Essenzialmente, perché operiamo una certa distinzione fra i due sport intesi come gioco. Intanto, la parola “gioco” è sinonimo di divertimento, per cui bisogna prima considerare se il fisico del “giocatore” è in grado di assorbire tutte le sollecitazioni dei due giochi che, come abbiamo già accennato, e come ben sappiamo, sono abbastanza differenti. Quindi, appare subito evidente che coloro i quali volessero praticare contemporaneamente le due discipline è meglio che siano in età giovanile. E’ impensabile che una persona anziana, o che abbia sostenuto un intenso allenamento anaerobico, sia in grado, magari nella stessa giornata, di non avvertire ripercussioni ai muscoli, ai tendini, eccetera, e perfino nella mente. Ne consegue una prima, e fondamentale, distinzione: posto che si possano praticare podismo e calcetto, ciò è riservato a soggetti giovani o del tutto integri. Diciamo che dopo i 50 anni, i soggetti interessati rischiano, se non infortuni, gravi indolenzimenti.

Un altro aspetto che ci sembra risolutivo è quello riguardante l’insistenza specifica, nei due sport, dell’uso delle gambe. Poiché sia nel podismo che nel calcetto le gambe sono il comparto fisico più sollecitato, non avviene quella specie di complementarità anche utile nel recupero dello sforzo fisico, come ad esempio avviene fra il podismo e il nuoto.

Forse, il problema sta alla radice. Specialmente in Italia, il calcio è lo sport nazionale. Non lo si può praticare per svariati motivi? Allora, diventa subalterno ad un altro. Ecco quindi non calcio, ma calcetto, per lo più praticato di sera con amici di vecchia data. Però, anche questo aspetto riserva, o può riservare, sgradite sorprese. Una cosa è correre per 100 metri, altra per 50… Una cosa è dribblare un avversario in un raggio di qualche metro, altra cosa in un cosiddetto fazzoletto. Cioè, l’elasticità del gesto che si richiede è maggiore, così come maggiore è la possibilità di procurarsi un infortunio. O di avere, nella migliore delle ipotesi, delle gambe così pesanti da far seriamente pensare di saltare il prossimo allenamento, che magari si prevedeva fosse impegnativo.

Insomma, meglio fare una cosa sola, ma nel miglior modo possibile.                            

 

 

 

 

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